In giro per mostre: April
A Conversano, al Castello Aragonese, una mostra con oltre 60 opere di uno degli artisti più straordinari e commoventi del Novecento.
Il mondo spettacolare di Antonio Ligabue, un artista visionario, autodidatta, ma tra i piu’ amati del 900. Un mondo fatto di tigri, leoni, galli, ma anche autoritratti che sembrano usciti dal pennello di un bambino.
Svizzero, viene adottato dopo aver perso madre e 2 fratellini. Ma i disturbi psicofisici, tra chi il rachitismo, fanno di lui un ragazzo difficile. Si stabilisce in Italia a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, nel 1919. Inizia a lavorare come manovale, ma si diverte a disegnare cartelloni per i circhi che arrivano in paese. Da qui la predilezione verso animali esotici, leoni, cavalli, gorilla e tigri. Vive in uno stato di infinita povertà
Un talento unico, caratterizzato da una grande solitudine, periodi di depressione e aggressività, sia verso se’ stesso che verso gli altri.
La mostra ripercorre cronologicamente le tappe dell’artista.
Partendo dal primo periodo (1927-1939), quando utilizza colori molto tenui e diluiti, dipingendo la vita agreste e animali feroci non eccessivamente aggressivi;
Il secondo periodo (1939-1952) segnato dalla scoperta della materia grassa e corposa e da opere piu’ rifinite.
Nel terzo periodo (1952-1962) il segno diventa vigoroso, l’immagine è netta rispetto al resto della scena. Un periodo denso di autoritratti, ognuno diverso, a seconda dello stato d’animo dell’artista.
“Lo so, dicono che io sia matto, e forse hanno ragione, anzi, sicuramente hanno ragione. Volete scoprire cosa penso, ma non lo so nemmeno io. Oggi direste che sono “bipolare”. E mi curereste con antidepressivi e psicoterapia. Diventerei normale. Avrei una compagna, magari dei figli. Ma non potrei dipingere nulla. Non potrei sentirmi un animale, vedere con gli occhi della tigre; non potrei essere un falco, e librarmi nel cielo, alla ricerca di una preda.
Avrei voluto essere diverso? No, si, non so. Impastare i colori, sporcarmi le mani e il viso. Un impulso cosi’ prepotente. La pittura è solo una porta per entrare in un mondo diverso, sereno, pieno di vita. Fuori da quel mondo sono solo. Ecco li’ una donna. Scusi, signorina, che me lo darebbe un bacio? Mi conosce, la conosco. Ride. Mi chiamano Toni al mat (Toni il matto) e sono solo in questo mondo. “
Castello Aragonese, Conversano
dal 25 marzo al 8 ottobre 2023
Orario apertura
Da martedì a domenica 10.00 – 13.30, 15.30 – 19.00
Lunedì chiuso
Biglietti
Intero € 14,00
Ridotto € 12,00
Informazioni e prenotazioni
T +39 080 99 52 31
Foto Di ignoto – fmturrini.org, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2468375